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Puntata 4 dello Stupido:“Eh, ma guarda che anche Einstein era considerato pazzo!”

Eccola qui, la regina delle giustificazioni: il paragone con Einstein. Ogni volta che uno stupido si trova a difendere un’idea che sfida la logica, tira fuori il genio per eccellenza. Non importa quanto assurda sia la teoria, nella sua mente il semplice fatto che Einstein sia stato frainteso o deriso rende automaticamente valida qualsiasi cosa dica lui.

“Anche Einstein era considerato pazzo” è una frase potente perché ammicca all’idea che solo chi osa pensare diversamente può essere grande. Peccato che lo stupido dimentichi un piccolo dettaglio: Einstein aveva prove, equazioni e una conoscenza profonda della fisica. Lo stupido, invece, ha un video di YouTube mal montato e l’opinione del famoso cugino esperto di tutto.

Il bello di questa frase è che non si ferma a Einstein. Puoi usarla per giustificare qualsiasi cosa:

  • “Gli scienziati dicono che il mio motore a limonata non può funzionare? Anche Einstein era considerato pazzo!”
  • “Dicono che non posso vivere di sola aria? Einstein ha dimostrato che la realtà è relativa!”

La forza del paragone con Einstein sta nella sua vaghezza. Non importa se la tua idea non ha nulla a che vedere con la relatività o la fisica teorica: Einstein diventa un simbolo universale di genialità fraintesa. E più assurda è l’affermazione, più forte diventa il paragone.

Ma il colpo di genio dello stupido è che con questa frase si eleva a visionario. Non è più una persona che crede a una teoria ridicola: è un precursore, un rivoluzionario, qualcuno che la società non capisce perché è troppo avanti.

  • Tu: “Ma il tuo argomento non ha basi scientifiche.”
  • Lui: “Neanche le teorie di Einstein avevano basi accettate all’inizio. Ora vedi il parallelo?”
    E mentre tu cerchi di spiegare che c’è una piccola differenza tra elaborare la teoria della relatività e credere che le scie degli aerei siano tracciati chimici per il controllo mentale, lo stupido già ti guarda con aria di sufficienza.

Il meglio arriva quando aggiunge la frase finale: “Vedrai, un giorno mi daranno ragione.” E tu, ormai esausto, realizzi che lo stupido non sta cercando di vincere un argomento: sta cercando di iscriversi al club dei grandi incompresi, tra Galileo, Einstein e Copernico.

E mentre lui si allontana, convinto di essere il prossimo nome nei libri di storia, tu resti lì, a chiederti se Einstein avrebbe mai immaginato di essere il simbolo supremo della giustificazione per ogni teoria strampalata. La risposta, purtroppo, è relativa.

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