Sembra difficile dopo lo stop Covid, la ripartenza degli allenamenti per gli atleti ma anche del lavoro e della vita delle persone. Certo non è difficile ricominciare a farlo praticamente; è sufficiente prendere la borsa, gli attezzi, andare e fare. Quindi nessuna difficoltà pratica! Il problema è nella motivazione che sottende all’ intenzionalità dell’ azione. Pare che la totale assenza di gare, di prospettive di qualsiasi livello in ogni sport, nel lavoro, nella vita ,nel medio lungo periodo ,insista negativamente sulla capacità di trovare forte motivazione e quindi intensità nelle attività. Cosa intendo per intensita? Un attenzione pienamente dedicata, intenzionale e continuativa a ciò che si sta facendo, l’esservi immersi con atteggiamento non giudicante. Be’ sembra che questa caratteristica sia difficile da esprimere oggi , momento in cui invece occorre concentrarsi ancora di più sul tempo presente data anche la totale incertezza più o meno giustificata del futuro. In verità affermo che un gran numero di atleti e persone hanno questa difficoltà più o meno sempre e purtroppo non prestano sufficiente attenzione a questo per tentare di migliorare ma adesso pare che questa difficoltà sia accentuata o forse ne sono più coscienti , il che sarebbe anche un bene se sapessero come gestire questa condizione. Ma perchè , come molti mi hanno detto, l’ assenza di gare o altro nel futuro e quindi di programmazione in tal senso ,riduce la motivazione o la cancella del tutto? La risposta è che la maggior parte degli atleti e delle persone non hanno la motivazione giusta, non hanno cioè una motivazione pienamente intrinseca, non si allenano o lavorano o vivono per il puro piacere di farlo ma vivono l’ allenamento, il lavoro, la vita in funzione esclusiva di vantaggi secondari, motivo per cui quasi subiscono ciò che sono tornati a fare e soprattutto hanno la mente invasa da incertezza sul futuro su cui non si può, non possono fare niente. Le persone pensano troppo al futuro, di solito in modo negativo. Rimuginano, la mente vaga su cose del futuro con umore negativo e si occupano troppo, ….troppo poco di oggi. Si certo ….mi direte: ma tutti vogliono competere , misurarsi, provare a vincere o perlomeno battere qualche avversario e anche guadagnare del denaro con lo sport o con il lavoro o averlo per andare in vacanza o altro. Ok! Ma fate attenzione. Io non nego l’ importanza dei vantaggi secondari e dei problemi che la nostra mente ci propone relativamente al futuro ma faccio un sottile distinguo tra quegli atleti o quelle persone che fanno le cose per il proprio piacere e coloro che lo fanno solo in virtù di un vantaggio secondario di qualunque tipo esso sia e che peraltro in questo momento non si vede. I primi a differenza dei secondi hanno una visone separata, totalmente separata, tra il piacere allo stato puro e ciò che secondariamente può derivare dal fare qualcosa, non vedono la loro azione determinata esclusivamente dai benefici secondari, non subiscono attaccamenti, in loro certi stati non sono così adesivi a idee preconcetti pensieri sul futuro. Certo sono interessati a vincere a guadagnare a battere gli avversari, a lavorare , ad essere in forma per andare in vacanza ma vivono con distacco queste aspettativa, lasciano passare ed andare questi pensieri riportandosi su oggi e ciò che primariamente li muove è un atteggiamento di piacere, di ricerca del meglio in tutti gli ambiti del loro sport o lavoro o semplicemente di tutta la loro vita. I secondi, coloro che vedono ciò che fanno unicamente come mezzo e non come fine che produce in modo (percepito) disgiunto altri vantaggi, fanno fatica a fare le cose bene oggi nel momento in cui si trovano, non prestano una attenzione volontaria e non giudicante a ciò che fanno perchè non percepiscono l’ alta qualità della cosa in se .
E’ molto importante poter osservare questa situazione perchè permette a chi la comprende, a chi ci ragiona di poter provare ad immergersi pienamente nell’ esperienza di oggi dove quindi l’ incertezza del futuro può essere vista come un fattore facilitatore per questo nuovo atteggiamento dato che di certo in questo momento più di sempre c’è solo oggi.
Penso che chi sarà capace di elaborare questi concetti e in conseguenza provare ad immergersi nella dimensione dell’ “adesso” uscirà più forte nel senso che gli sarà più facile avere una attenzione intenzionale e dirigerla quando le cose torneranno alla così detta normalità in cui comunque come sempre non ci sarà mai certezza piena del futuro. Possiamo pero’ aver costruito maggior certezza della nostra “forza”.
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