Il lavoro di Rosenthal e Jacobsen (1968) dimostra come le prestazioni degli individui possano essere influenzate dalle apettative di superiori. Aspettative positive influenzano le prestazioni positivamente. Le aspettative negative influenzano negativamente le prestazioni. Rosenthal e Jacobson descrissero questo fenomeno come Effetto Pigmalione. In cosa consistono questi interessanti effetti dell’aspettativa sull’individuo.
Pigmalione nella mitologia e nella letteratura classica, era re di Cipro e scultore, e si era innamorato intensamente di una statua, da lui stesso scolpita, di nome Galatea, a cui attribuiva un valore superiore a quello di ogni donna reale, tanto da sperare che potesse animarsi e alla fine dopo aver pregato Afrodite, la dea dell’amore, vide Galatea prendere vita.
Rappresenta un fenomeno di suggestione psicologica per cui le persone tendono a voler soddisfare le aspettative che gli altri hanno su di loro, anche se essa è negativa esattamente come Pigmalione che aveva così tante aspettative in Galatea tanto che questa si era conformata, alla fine, ai suoi desideri.
Questo fenomeno è noto anche come effetto Rosenthal , dallo psicologo che lo ha studiato e chiamato “profezia autoavverante” cioè una profezia che si autoavvera. Cio’ si ottiene quando un individuo, convinto che si verificheranno eventi futuri finisce inconsapevolmente con l’ alterare il suo comportamento in modo tale da causare tali eventi.
Lo studio di Rosenthal
Robert Rosenthal, professore di psicologia ad Harvard, nel 1965 fu molto colpito da un caso che all’epoca fece molto scalpore; quello di Clever Hans. Ma chi era? Clever Hans era un cavallo noto per essere capace di comprendere e risolvere correttamente problemi matematici. Naturalmente non aveva questa capacità ma era pero’ in grado di cogliere dei segnali corporei del suo addestratore e di provare a rispondere correttamente. L’ipotesi formulata da Rosenthal fu che tale effetto delle aspettative avrebbe potuto essere evidenziabile nei bambini.
Rosenthal e Jacobson informarono gli insegnanti di una scuola elementare , dei risultati di un test svolto dai loro alunni, l’Harvard Test of Inflected Acquisition, test che in realtà non esisteva e i cui dati, forniti ai docenti, erano casuali. Fu misurato il QI dei ragazzi al momento e dopo un anno, per capire se e quanto l’aspettativa degli insegnanti si fosse riversata sugli alunni.
- I bimbi indicati casualmente come più dotati avevano aumentato il punteggio del QI di 4 punti
- Gli studenti del primo anno superavano i più grandi nei risultati
Dimostrarono così l’ipotesi che in una classe le aspettative del docente fossero molto influenti sui risultati ottenuti dagli alunni. Quindi gli alunni indicati come più capaci e di cui si presupponeva uno sviluppo intellettuale maggiore, ebbero un rendimento più alto. Tra il gruppo di controllo e quello sperimentale non vi era alcuna differenza e l’ unica cosa che cambiava era il parere dei loro maestri, influenzati dai risultati dell’ inesistente test di Rosenthal . Nel caso dei più piccoli in cui tale sviluppo era superiore ai piu’ grandi cio’ dipendeva probabilmente dal fatto che erano più plasmabili ed anche dal fatto che questi erano molto meno conosciuti e quindi non ancora “classificati” dai docenti, non avendo, questi ultimi un’idea pregressa delle loro capacità. Ovviamente quindi i dati del test fasullo avevano avuto maggior influsso sulle loro aspettative.