Come continuare a sopravvivere

o forse vivere

(anche se non hai ancora capito niente)

Sopravvivere mentalmente non è un obiettivo che si raggiunge una volta per tutte, né un progetto che puoi pianificare dall’inizio alla fine. È qualcosa che si impara strada facendo, spesso senza nemmeno accorgersene, mentre affronti giornate storte, dubbi che non passano, ostacoli che non avevi previsto ma anche cose piacevoli , importanti in positivo e divertenti. La verità, anche se può sembrare deludente, è che nessuno possiede davvero il manuale delle istruzioni per affrontare tutto . Nemmeno chi scrive o parla di sopravvivenza mentale sa esattamente come si fa. Si prova, si sbaglia, si cerca di capire qualcosa mentre si naviga a vista.

Viviamo immersi in una cultura ossessiva che pretende chiarezza, linearità e risposte semplici a domande complesse ma soprattutto certezze assolute. Devi sapere chi sei, dove stai andando, perché fai quello che fai. Ma la realtà è che molto spesso non lo sappiamo. Non c’è un grande disegno chiaro sotto ogni passo che compiamo. A volte agiamo per tentativi, a volte per abitudine, a volte semplicemente perché è l’unica cosa che riusciamo a fare quel giorno. L’ importante è avere una idea generale e forse grossolana di quello che siamo e che vorremmo realizzare. Uno schizzo semplice in bianco e nero. Poi provare a realizzarlo.

Quando ti chiedono se hai trovato il tuo scopo, se segui la tua missione, se hai capito il senso della tua vita, può nascere un senso di smarrimento profondo. Perché il più delle volte, la risposta è no. Non l’abbiamo capito. Stiamo cercando di vivere, e basta. Sopravvivere non significa avere sempre tutto sotto controllo, ma imparare a stare in piedi, o almeno a non cadere troppo male, anche senza sapere davvero esattamente dove si sta andando.

Ormai da un po di tempo ci spingono a pensare che ogni giornata debba essere eccezionale, memorabile, condivisibile. Ma la verità è che la maggior parte dei giorni non è così. Sono giorni normali, a volte noiosi, a volte faticosi, pieni di piccoli gesti che non cambiano il mondo. Eppure è lì che si costruisce qualcosa. È lì che si resiste. Sopravvivere significa anche e forse soprattutto , portare avanti gesti semplici: alzarsi, vestirsi, prendersi cura di sé, rispondere a una telefonata, preparare un pranzo, finire una giornata. Non c’è nulla di eroico, eppure magari è tutto.

Continuare non richiede entusiasmo. Non serve essere ispirati ogni mattina o avere grandi visioni da inseguire. A volte basta avere la forza di fare il passo successivo, anche senza sapere dove porta con esattezza assoluta. E nei giorni in cui nemmeno questa forza c’è, sopravvivere può voler dire fermarsi, accettare la stanchezza, concedersi una pausa senza sentirsi in colpa.

Non esiste una lista di regole da seguire, né una mappa della serenità da appendere al muro. Ogni persona, ogni momento della vita, richiede strade diverse, modi diversi di stare al mondo. Quello che ieri sembrava un fallimento insuperabile, domani potrà sembrarti un errore come tanti. Quello che oggi ti pesa come una montagna, tra un mese potrebbe essere solo un ricordo confuso. Ma anche ciò che ci pareva bello potrebbe rivelarsi meno bello del previsto. E tu, nel frattempo, continuerai ad esserci.

È il momento di accorgersi che non hai bisogno di sapere tutto per poter andare avanti.

Il manuale continua.
E tu anche.


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