al tempi del colera
Il titolo è scherzoso ma non troppo e si rifà ad un libro di Marquez, “l’amore ai tempi del colera”.
L’’ argomento tuttavia è serio e di grande attualità. La motivazione, quel misterioso motore dell’agire umano, è diventata argomento di conversazione quotidiano, quasi sempre manipolato fino a svuotarlo del suo significato profondo. Da sempre , è la molla primaria dietro ogni azione, ogni scoperta, ogni progresso. Il suo potere risiede nella capacità di spingere l’individuo oltre i limiti percepiti, verso l’inesplorato e l’innovativo.
Eppure, nel discorso moderno, la motivazione è spesso distorta e ridotta a uno strumento di manipolazione nelle mani di chi detiene un qualche potere. Corsi di formazione e workshop promettono di insegnare il segreto per “motivare” gli altri, ma troppo spesso si tratta di un velo sottile che nasconde l’intenzione di sfruttare, piuttosto che di ispirare veramente.
Il cuore della questione risiede nella percezione di autonomia: più un individuo si sente padrone delle proprie azioni, più la sua motivazione naturale fiorisce. Questo concetto, profondamente radicato nella psicologia umana, sottolinea l’importanza dell’autodeterminazione. Le ricerche dimostrano che quando le persone percepiscono di avere scelta, controllo e volontà nelle loro azioni, la motivazione non solo è più alta ma anche più sostenibile nel tempo.
Contrariamente, l’imposizione, la costrizione e la manipolazione diretta o velata da melliflui messaggi portano inevitabilmente a una demotivazione profonda. Fare qualcosa “perché deve essere fatto” o “perché lo dice il capo” è una ricetta certa per svuotare il lavoro di qualsiasi significato personale, rendendolo una semplice transazione anziché un percorso di crescita.
Il dilemma è che, nonostante questa conoscenza, numerosissimi attori (comparse) nel mondo del lavoro, dello sport e della formazione continuano a ignorare il vero significato della motivazione. Parlarne nei corsi senza comprendere la complessità e la profondità del concetto con tutte le implicazioni che ha lo riduce a una mera parola d’ordine, uno slogan vuoto privo di vera sostanza. La motivazione non può essere “insegnata” come una formula magica; deve essere coltivata attraverso ambienti che rispettano l’individualità, promuovono l’autonomia e riconoscono il valore intrinseco di ogni persona.
Il fenomeno degli individui che cadono abbagliati da un successo e riconoscimento momentanei è una dimostrazione ulteriore di come la comprensione superficiale della motivazione possa portare a percorsi distorti di autorealizzazione. In un’epoca dominata dai social media e dalla cultura dell’istantaneità, il successo effimero e il riconoscimento superficiale sono diventati valute correnti, spesso scambiati per veri traguardi di valore e significato.
Questo orientamento verso il successo immediato e la visibilità può creare una dipendenza psicologica simile a quella da sostanze: la ricerca costante della prossima “dose” di approvazione e ammirazione. Il problema è che, come ogni dipendenza, anche questa porta a un ciclo di soddisfazione e vuoto sempre più difficili da colmare. La motivazione alimentata unicamente da successi esterni e riconoscimenti momentanei è per sua natura effimera, lasciando l’individuo in una costante ricerca di conferma da fonti esterne.
La vera motivazione, quella che porta a soddisfazioni durature e a un’autorealizzazione genuina, nasce da una comprensione profonda dei propri valori, obiettivi e passioni. È una motivazione intrinseca, che non dipende dall’approvazione altrui ma dalla realizzazione personale e dal contributo autentico al mondo circostante.
L’abbagliamento causato dal successo momentaneo distoglie l’attenzione da questa ricerca interiore, orientando l’individuo verso un’esternalizzazione continua della propria valutazione. Il riconoscimento diventa un fine, piuttosto che una conseguenza naturale del cammino personale di crescita e contribuzione.
È essenziale, quindi, riconoscere la trappola del successo effimero e lavorare per coltivare una motivazione più autentica e sostenibile. Questo implica prendersi il tempo per riflettere sui propri valori fondamentali, perseguire obiettivi che risuonano veramente con la propria identità e trovare soddisfazione nel percorso, indipendentemente dall’approvazione esterna. Solo così si può costruire una base solida per un’autorealizzazione genuina e duratura, libera dall’illusione del successo momentaneo.