Il rilascio delle sostanze chimiche della “felicità”, come dopamina, serotonina, endorfine e ossitocina, è legato a specifici stili di vita, all’attività fisica e alle scelte alimentari. Ecco come indurre la produzione di ciascuna di esse.
DI DARYL AUSTIN
PUBBLICATO 25-08-2023
Trascorrere del tempo al sole, fare esercizio fisico e meditare: tutte queste attività possono innescare il rilascio di serotonina, una sostanza naturale che fa bene all’umore.
In questo stesso istante miliardi persone, in tutto il mondo, stanno innescando nei modi più svariati il rilascio degli ormoni del benessere, probabilmente senza neanche accorgersene: gli atleti ricercano la sfuggente euforia della corsa, la gente ride di gusto condividendo i meme, le coppie accendono la scintilla di una relazione fra le lenzuola.
Ma le reazioni chimiche non sono associate ad ogni attività fisica, e certi comportamenti, a lungo termine, fanno più male che bene. Per di più, il rilascio di queste sostanze chimiche non è sempre un meccanismo naturale. Per alcuni, i disturbi genetici ereditari o altri fattori possono influire sulla capacità di produrre o metabolizzare questi ormoni. Per tali individui la prescrizione medica può essere non solo utile, bensì di vitale importanza.
Per tutti gli altri, invece, può essere di aiuto comprendere ciò che scatena naturalmente l’attivazione di ogni singola sostanza. Ecco cosa fare per incrementare in modo naturale la produzione degli ormoni della felicità, e perché.
Quali sono gli ormoni del benessere?
Questa è una micrografia a luce polarizzata di cristalli di ossitocina. L’ossitocina causa le contrazioni dell’utero durante il travaglio, e stimola anche il flusso del latte nelle donne che allattano al seno. Questo ormone contribuisce anche a migliorare le interazioni sociali e motiva gli individui a cercare e sviluppare relazioni sociali più profonde.
Il cervello risponde a vari stimoli producendo messaggeri chimici chiamati ormoni che raggiungono, attraverso la circolazione sanguigna, diverse aree del corpo, dove innescano specifiche funzioni o sensazioni. Determinati ormoni, la dopamina, la serotonina, l’ossitocina e le endorfine, sono stati denominati “ormoni del benessere.” Il rilascio di ciascuna di queste sostanze chimiche è legato a specifici stili di vita, all’esercizio fisico e alle scelte alimentari.
Quando questi ormoni vengano rilasciati e in quale quantità, dipende in parte dalla propria associazione di base con un particolare cibo o attività. Ad esempio Anna Lembke, medico e professoressa di psichiatria alla Stanford University School of Medicine, racconta di amare la cioccolata, così, quando pensa di mangiarla, il cervello rilascia una scarica di dopamina, dandole una sensazione di piacere. Questo “crea naturalmente la motivazione o la voglia di fare qualcosa per ottenerla”, spiega. Ciò significa che, a causa della sua associazione di base con il premio, non solo l’ormone la va a ricompensare ma la spinge anche a cercarne ancora, quando ci pensa.
Ma le sostanze chimiche come la dopamina non devono essere sempre presenti, e devono ‘mettersi in pausa’ per svolgere il loro lavoro la volta successiva che si presenta un’opportunità. “Se la dopamina in un leone fosse sempre a livelli elevati, correrebbe dietro a qualsiasi cosa e non avrebbe l’energia per avere la meglio quando gli si presenta una buona occasione”, spiega Loretta Graziano Breuning, professoressa emerita della California State University a East Bay, e autrice di “Habits of a Happy Brain” (Abitudini di un cervello felice, N.d.T.).
Ricompensati dalla dopamina
Nonostante gli studi presentino punti controversi sul modo in cui i neuroni che producono dopamina rafforzino i comportamenti appresi piuttosto che suscitarne di nuovi, è stato stabilito che questo neurotrasmettitore del benessere riconosce e ricompensa certe attività più di altre.
La dopamina viene prodotta in due aree adiacenti del mesencefalo, chiamate area tegmentale ventrale (VTA) e substantia nigra. La ricerca mostra che la funzione principale della dopamina è quella di agire da sistema di ricompensa del cervello.
Soddisfare voglie di cibi come la cioccolata, raggiungere un obiettivo o portare a termine un compito, attività di self‑care come fare jogging o una doccia bollente, possono tutte innescare il rilascio di dopamina, la quale induce una sensazione di felicità e il desiderio di ricorrere di nuovo a quel cibo o a quell’attività.
Sebbene anche l’assunzione di alcune droghe e di alcool possano rilasciare una scarica di dopamina e creare un senso di euforia, “l’uso ripetuto di queste sostanze può portare a livelli insolitamente bassi di trasmissione di dopamina e a uno stato deficitario della sostanza stessa, una condizione simile alla depressione clinica”, spiega Lembke. Per questo motivo, l’esperta afferma che è meglio attivare il rilascio di dopamina in maniera naturale, provocando il rilascio dell’ormone mediante attività come l’esercizio fisico “in modo che i livelli di dopamina salgano lentamente nel corso dell’attività, e restino elevati in seguito”.