L’effetto benefico della natura sulla mente: 10 studi scientifici
Oggigiorno le persone trascorrono sempre meno tempo divertendosi all’aperto e stando a contatto con la natura. In particolare, negli ultimi anni, l’allontanamento dell’uomo dalla natura ha avuto proporzioni incredibili: alcuni studi hanno stimato che le persone trascorrono circa il 25% di tempo in meno nella natura rispetto a 20 anni fa (Pergams & Zaradic, 2007). Oggi, i passatempi più quotati sono diventati passare ore davanti al pc navigando in internet, giocare ai video games o guardare film. Ciò è un vero peccato, non soltanto per i benefici fisici dello stare all’aria aperta, ma anche per tutti i benefici psicologici.
Ecco i 10 maggiori effetti positivi della natura sulla mentre supportati dalla recente ricerca scientifica.
1. Maggiore vitalità
Stare chiusi in casa per lungo tempo ci rende tristi, spenti, piatti. Stare a contatto con la natura, al contrario, rende le persone più attive e vitali, come è stato dimostrato da numerosi studi scientifici (Ryan et al., 2010). Ciò non vale solo quando parliamo di attività fisiche svolte all’aria aperta: la natura ha un intrinseco effetto speciale sull’individuo. Essa, da sola, rende le persone più felici, più in salute e più energiche. Il Prof. Richard Ryan, che ha studiato a fondo gli effetti positivi della natura sulla mente, ha commentato: “La natura è il combustibile dell’anima. Spesso quando ci sentiamo affaticati o stanchi beviamo caffè, tuttavia la ricerca suggerisce che per ricaricare le batterie è molto più fruttuoso stare nella natura”. Questa sensazione di vitalità ha effetti benefici a cascata: “La ricerca ha osservato che le persone con questo grande senso di vitalità non solo hanno più energie per fare tutto ciò che desiderano, ma si ammalano anche più raramente. Una soluzione per essere più in salute è dunque trascorrere più tempo all’aria aperta”.
2. Creatività aumentata del 50%
Stare a contatto con la natura per un lungo periodo può avere effetti proficui sulla creatività. Atchley e colleghi hanno condotto il loro studio “all’aperto”: i partecipanti della ricerca hanno trascorso quattro giorni consecutivi nella natura selvaggia. Lo studio ha mostrato che “questi quattro giorni di totale immersione nella natura e di completa assenza di tecnologia hanno incrementato la creatività e l’abilità di risolvere problemi ben del 50%” (Atchley et al., 2012). Perché succede questo? Gli psicologi hanno spiegato: “La nostra società moderna è piena di eventi improvvisi (sirene, cellulari che squillano, clacson che strombazzano, televisioni ad alto volume, etc.) che catturano l’attenzione e ci conducono a distrarci facilmente. Al contrario, gli ambienti naturali sono caratterizzati da suoni gentili, morbidi, rilassanti che permettono al sistema attentivo esecutivo di essere pienamente in funzione” (Atchley et al., 2012).
3. Riduzione dello stress
I giapponesi sono grandi fans delle passeggiate nelle foreste per promuovere la loro salute mentale. La pratica si chiama Shinrin-yoku e significa “bagno nella foresta” o “trarre giovamento dell’atmosfera della foresta”. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori giapponesi ha rilevato che questa pratica è particolarmente utile per coloro che soffrono di stress (Morita et al., 2006). La ricerca, condotta su un campione di 498 soggetti, ha mostrato che coloro che avevano praticato Shinrin-yoku avevano ridotto il grado di ansia e depressione rispetto ai soggetti del gruppo di controllo che non avevano compiuto l’attività, e sperimentavano un maggior senso di vitalità.
4. Miglioramento dei sintomi di demenza
Secondo una revisione di 17 studi indipendenti (Whear et al., 2014), la presenza di giardini in cliniche specializzate può procurare benefici terapeutici a coloro che soffrono di demenza. I ricercatori dell’Università di Exeter Medical School hanno scoperto che i giardini riducevano l’agitazione dei pazienti e promuovevano il rilassamento. L’autore principale dello studio, la dott.ssa Rebecca Whear, ha spiegato: “Vi è un crescente interesse nei confronti degli interventi che conducono ad un miglioramento dei sintomi di demenza senza l’uso di farmaci. Noi riteniamo che gli spazi verdi nelle cliniche possano portare beneficio ai pazienti affetti da demenza, fornendo loro una stimolazione sensoriale e un ambiente che promuova il riaffiorare dei ricordi. Non solo, quindi, l’opportunità di tranquillizzarsi in un ambiente rilassante, ma anche un luogo per ricordare ciò da cui hanno tratto gioia nel passato”.
5. Miglioramento della memoria
La memoria a breve termine può essere incrementata del 20% camminando nella natura, o anche semplicemente guardando un’immagine di un paesaggio naturale. Marc G. Berman e collaboratori, presso l’Università del Michigan, hanno voluto testare l’effetto dei paesaggi sulle funzioni cognitive (Berman, Jonides & Kaplan, 2008). Ai partecipanti dello studio veniva chiesto di ripetere in ordine inverso delle sequenze di numeri, esercizio che durava 35 minuti. Dopo questo compito, i partecipanti uscivano per fare una passeggiata: un gruppo camminava in un bosco, l’altro gruppo in una strada affollata della città. Una volta ritornati, ripetevano il test di memoria precedentemente fatto. I risultati mostrano che le abilità di memoria sono aumentate del 20% solo per il gruppo che ha camminato nel bosco rispetto al gruppo che ha fatto la passeggiata nella strada affollata, che invece non ha mostrato nessun miglioramento.
6. Aumentato senso di appartenenza
Un recente studio (Van Wieren & Kellert, 2013) condotto su un piccolo campione di 10 bambini, la maggior parte appartenenti alla cultura Cristiana, ha trovato che coloro che trascorrono più tempo all’aria aperta sentono maggiormente il senso di appartenenza al mondo e sperimentano un legame più saldo con la terra. Inoltre, stare fuori casa amplifica il sentimento di apprezzamento della bellezza. Questi bambini sono più interessati ai colori, alla simmetria e all’equilibrio, oltre a mostrare maggior immaginazione e curiosità. (…)
7. Miglioramento della salute mentale anche per chi vive in città (in aree verdi)
I benefici che la natura ha sulla salute mentale non sono solo per coloro che vivono in campagna: c’è una speranza anche per chi vive città!! Anche il semplice traslocare in un’area urbana più verde è un’ottima spinta per la salute mentale. L’autore dello studio Ian Alcock ha affermato: “Abbiamo osservato che gli individui che traslocano in aree urbane più verdi hanno significativi e duraturi miglioramenti per ciò che concerne la salute mentale. Questi risultati possono essere utili a chi progetta le aree urbane: inserire in città nuovi spazi verdi può avere l’effetto di migliorare la salute di ciascun singolo cittadino cosa che, a cascata, influisce positivamente sul benessere della comunità”.
8. Aumentata autostima
Tutte le tipologie di attività svolte in mezzo alla natura possono avere un effetto positivo sull’autostima. Ed è sorprendente quanto poco si debba fare per ottenerlo. Una revisione ha analizzato i dati di 1.252 soggetti che hanno partecipato a 10 studi differenti (Barton & Pretty, 2010). Le attività considerate variavano considerevolmente tra i diversi studi: canottaggio, pesca, equitazione, passeggiate, giardinaggio etc. Lo ricerca ha rilevato che anche solo 5 minuti quotidiani di esercizio nella natura sono sufficienti per dare una spinta all’autostima.
9. Miglioramento dei sintomi di ADHD
Secondo un recente studio, i bambini che soffrono di disattenzione e iperattività che trascorrono molto tempo fuori casa in mezzo alla natura hanno sintomi meno gravi di chi passa più tempo in luoghi chiusi. La ricerca, condotta da Talylor e Kuo (2011) su un campione di 400 bambini, ha rilevato che coloro che giocavano abitualmente in contesti verdi avevano un maggior livello di concentrazione. Inoltre erano in media più calmi, rilassati, felici.
10. Supporto al cervello a lavorare in sincronia
Scenari naturali pacifici, come un paesaggio marino, permettono a differenti aree del cervello di lavorare in sincronia, in accordo con quanto scoperto in una ricerca condotta da Hunter e colleghi presso l’università di Sheffield (Hunter et al., 2010). Al contrario, ambienti costruiti dall’uomo, come per esempio le strade, rallentano queste connessioni nel cervello. (…)
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