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Preparazione Mentale: il test che misura il tuo gioco interiore
La prestazione sportiva non è mai soltanto una questione di muscoli, tecnica o resistenza fisica. È anche – e soprattutto – una questione di mente. Gli studi sulla psicologia della performance (da Yerkes & Dodson fino ai modelli più recenti sull’autoregolazione cognitiva) hanno mostrato come esista una zona ottimale di attivazione (arousal), in cui concentrazione, fiducia e gestione emotiva si armonizzano e permettono all’atleta di esprimere il massimo. Entrare in quella zona non è un atto casuale: è il frutto di allenamento mentale e di procedure precise.
Il test di autovalutazione mentale
Un modo semplice per iniziare è assegnarsi un punteggio da 1 a 10 (1 = basso, 10 = eccellente) in diverse aree chiave della preparazione mentale. Questo test non ha valore diagnostico, ma è una bussola per capire dove sei forte e dove puoi crescere.
Le aree principali:
• Goal setting: chiarezza degli obiettivi a breve e lungo termine.
• Immaginazione mentale: capacità di vedersi mentre si compiono azioni tecniche corrette.
• Self-talk: pensieri semplici e positivi che mantengono il focus.
• Fiducia: l’atteggiamento “posso farcela” nei momenti critici.
• Focus: rimanere centrati sull’obiettivo senza distrazioni.
• Controllo del respiro: usare la respirazione per regolare tensione e calma.
• Resistenza mentale: continuare nonostante fatica e avversità.
• Gestione dell’ansia: trasformare la tensione in energia utile.
• Divertimento: mantenere leggerezza e gioco anche sotto pressione.
• Linguaggio corporeo: postura e gesti coerenti con sicurezza e forza.
• Intensità: regolare l’energia in base alla situazione.
• Frasi motivazionali: ripetere parole che consolidano convinzione e direzione.
Il punteggio totale varia tra 12 e 120. Un atleta “medio” si colloca intorno ai 60 punti. Un buon obiettivo realistico è raggiungere almeno 84 punti, cioè circa 7 per ogni competenza: soglia che corrisponde a un funzionamento mentale già ben allenato.
Perché funziona?
• Autoregolazione: valutarsi consapevolmente significa attivare un processo metacognitivo. L’atleta diventa in grado di osservare e correggere i propri stati mentali, sviluppando un controllo simile a quello che già esercita sul corpo durante la tecnica.
• Focus attentivo: fissare obiettivi concreti e visualizzare azioni specifiche riduce la dispersione mentale e rafforza i canali attentivi. È ciò che la letteratura chiama attentional narrowing: uno spostamento volontario della concentrazione verso gli stimoli utili.
• Zona di arousal ottimale: esercizi come respirazione, self-talk e visualizzazione non sono “trucchi”, ma strumenti per modulare l’attivazione neurofisiologica. La prestazione infatti cala sia se l’attivazione è troppo bassa (apatia, disattenzione) sia se è troppo alta (ansia, frenesia). La curva di Yerkes-Dodson rimane un modello chiaro di questa relazione a U rovesciata tra arousal e performance.
Routine pre-gara: scienza, non superstizione
Una volta allenate queste competenze, serve costruire una routine pre-gara. Non si tratta di gesti casuali, ma di sequenze di azioni consapevoli, provate e ripetute, che servono ad ancorare l’atleta al proprio stato ottimale.
Una routine efficace:
• collega mente e corpo (respiro, postura, musica, visualizzazioni),
• riduce ansia e imprevedibilità,
• crea continuità tra allenamento e competizione,
• protegge da distrazioni e pressioni esterne.
La scaramanzia, al contrario, non ha nulla di scientifico. Nasce dalla paura, sposta la responsabilità su un gesto o un oggetto e segnala uno stato di insicurezza. La routine invece è un dispositivo di regolazione, un meccanismo ripetibile che consolida stabilità e fiducia.
Guardare oltre la gara
Allenare la mente significa strutturare procedure che riducono il margine dell’improvvisazione. In questo senso la preparazione mentale non è un’aggiunta decorativa allo sport, ma una parte essenziale del processo di performance. Chi impara a modulare consapevolmente il proprio arousal e a costruire routine efficaci si dota di una risorsa trasversale, valida non solo per la gara ma per qualsiasi contesto che richieda lucidità sotto pressione.