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PETER BURLING E’ SCALZO! BIZZARRO?

Il Curioso Atteggiamento di Peter Burling: Quando il Camminare Scalzi Diventa Scienza

Peter Burling, timoniere di Team New Zealand, è noto non solo per la sua maestria in gara, ma anche per un’abitudine quantomeno singolare: camminare scalzo sulla coperta della barca durante le competizioni. È un’immagine insolita – piedi nudi contro la superficie di fibra della coperta, mentre lui si muove con quella calma disarmante che lo contraddistingue. E questa scelta, apparentemente stravagante, si fa ancora più interessante se si pensa che Burling la mantiene persino al timone di una AC75, una delle barche a vela più avanzate e veloci al mondo, capace di volare sull’acqua grazie ai foil. Non proprio una tavola da surf, eppure, anche a velocità vertiginose, lui resta scalzo.

Secondo Burling, sentire il contatto diretto con l’imbarcazione gli permette di percepire ogni minimo movimento dello scafo con una sensibilità che le scarpe non consentirebbero. C’è chi potrebbe considerarlo un vezzo, un tratto un po’ mistico da marinaio moderno, ma il fatto è che, più o meno consapevolmente, dietro questa scelta c’è una solida base scientifica. Il piede umano, infatti, è un capolavoro di meccanica e sensibilità: senza la barriera della suola, ogni movimento – un’impercettibile inclinazione, una variazione nella pressione – viene trasmesso immediatamente ai recettori nervosi.

Neuroscienza e Piedi Nudi: La Scienza di Sottofondo

Non si tratta solo di una questione di “connessione” mistica con l’imbarcazione. Le neuroscienze confermano che camminare scalzi può migliorare la propriocezione – la capacità di percepire la posizione del proprio corpo nello spazio – e rafforzare la connessione tra i piedi e il cervello. Il neuroscienziato Shane O’Mara ha dimostrato che movimenti fisici accompagnati da stimolazione sensoriale intensa, come quella dei piedi a contatto con la coperta della barca, potenziano i circuiti neuronali legati al controllo motorio. È come se Burling allenasse il cervello a reagire in modo più rapido e preciso, una qualità essenziale quando ogni secondo in gara può fare la differenza.

Una Pratica che Continua Anche a Terra

E non è tutto: Burling è spesso visto scalzo anche a terra, lontano dall’ambiente competitivo. Che sia in porto o durante la preparazione pre-gara, la scelta di camminare senza scarpe sembra far parte del suo stile di vita, un’abitudine che applica anche fuori dalla coperta. Forse ha intuito, a livello istintivo, che i benefici non si limitano alla navigazione: camminare scalzi rinforza i muscoli stabilizzatori e migliora l’equilibrio anche fuori dall’acqua, contribuendo a una consapevolezza corporea che molti atleti ricercano.

Non Solo Eccentricità

In un mondo dominato dalla tecnologia e dall’equipaggiamento specializzato, il gesto di Burling è un richiamo a un approccio più istintivo e al tempo stesso scientifico. Non è solo una questione di stile personale o di eccentricità: è una scelta che allena il corpo, stimola la mente, e dimostra che, a volte, la risposta non sta nell’aggiungere qualcosa (come una scarpa), ma nel toglierlo.

Il curioso comportamento di Peter Burling ci ricorda che certe volte dietro alle pratiche che appaiono le più insolite possono nascondersi ragioni profonde. La prossima volta che vedi qualcuno camminare scalzo, potrebbe valere la pena domandarsi se, sotto ogni passo nudo, non ci sia una verità che la scienza ha appena cominciato a esplorare.

Bibliografia

Gli studi principali che supportano questi benefici includono:

  1. Propriocezione e controllo motorio: Sterling e Jull (2002) e Zehr (2004) descrivono come l’attività sensoriale nei piedi possa influenzare la stabilità e la risposta neuromuscolare.
  2. Plasticità cerebrale indotta dal movimento: Scholz et al. (2009) e Thomas et al. (2009) mostrano come il movimento e l’esercizio fisico possano promuovere cambiamenti strutturali nel cervello.
  3. Camminare scalzi e biomeccanica: Lieberman et al. (2010) e Franklin et al. (2015) esplorano come la biomeccanica e la propriocezione migliorino senza scarpe, rafforzando la reattività del sistema nervoso.
  4. Testo di riferimento sulle neuroscienze: Principles of Neural Science di Kandel et al. (2012), un manuale che spiega come la plasticità cerebrale risponda agli stimoli sensoriali.

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