Fregarsene con stile

ovvero: l’arte perduta del godersela senza senso di colpa, paranoie o la pretesa di “essere produttivi”

Viviamo sotto assedio. E non sto parlando di guerre, catastrofi o pandemie (quelle ormai fanno parte del paesaggio).
Parlo di quella pressione costante e silenziosa che ti dice che non stai facendo abbastanza.
Non sei abbastanza produttivo. Non sei abbastanza in forma. Non leggi abbastanza. Non rispondi abbastanza in fretta.
E nel frattempo, sorridi. Mi raccomando. Con gratitudine. Che anche l’ansia dev’essere mindful, ormai.

Ecco, in questo delirio contemporaneo in cui anche il relax dev’essere schedulato e ottimizzato, bisognerebbe riesumare un tizio dimenticato dai più, spesso frainteso, e sicuramente sottovalutato: Epicuro.
No, non il guru delle orge e del vino. Quello è il suo sosia da Instagram.
Parlo dell’Epicuro vero, il filosofo minimalista della felicità sobria.
Quello che ha passato la vita dicendo una cosa scandalosamente semplice:

“Vuoi stare bene? Riduci i tuoi desideri.”

Ecco. Boom. Detto così, con la nonchalance di chi ha appena svoltato la vita.
Mentre noi qui a rincorrere ogni settimana una nuova versione di noi stessi con l’ansia di chi cerca il treno al binario sbagliato.

Per Epicuro, la felicità non è nel “tutto”, ma nel “basta poco”.
Un po’ di pane, un bicchiere d’acqua, due amici con cui parlare senza dover sembrare intelligenti, e il coraggio di non volere tutto.
Perché il segreto non è ottenere di più.
È desiderare di meno.

E no, non è nichilismo. È liberazione.
È l’arte di scegliere dove mettere la tua attenzione e la tua energia, senza dover dimostrare niente a nessuno, nemmeno a te stesso.
Perché diciamolo: a volte, l’unica cosa che serve per sentirsi vivi è una tazza di tè caldo e il permesso di non fare niente di utile.

Ma oggi, nel mondo dei “se non sei utile sei colpevole”, fregarsene è un atto rivoluzionario.
Non menefreghismo. Ma selezione attenta e consapevole di ciò che merita il tuo coinvolgimento emotivo.
Una forma di difesa. Di igiene mentale.

Fregarsene con stile vuol dire che puoi guardare un messaggio a cui non vuoi rispondere adesso, e non sentirti in colpa.
Vuol dire che puoi saltare una cena sociale, una call inutile, un trend del momento, e restare una persona a posto.
Vuol dire anche imparare a non avere un’opinione su tutto.
A non dover intervenire, risolvere, sistemare.
Non è apatia. È lucidità. È tenersi in vita.

Epicuro ci direbbe: smettila di complicarti la vita.
Siediti. Respira. Chiediti cosa ti serve davvero.
E se la risposta è “meno di quanto pensavo”, allora sei già sulla buona strada.

Ma attenzione: non è facile.
Perché la società ama chi rincorre, non chi si ferma.
Ama chi brucia, chi lotta, chi si sovraccarica.
Per questo chi rallenta sembra strano, pigro, fuori luogo.
E invece è solo più libero.

Fregarsene con stile significa anche non vivere in funzione dello sguardo altrui.
Lasciare che gli altri abbiano le loro ansie, i loro ritmi, i loro drammi – e non sentirti obbligato a partecipare.
Il mondo è pieno di teatrini, e la vera saggezza sta nel non recitare sempre.

E no, non ti sto dicendo di diventare un eremita, né di rinunciare a ogni ambizione.
Sto dicendo che puoi restare nel mondo senza diventarne ostaggio.
Che puoi vivere bene senza trasformare ogni giorno in un campo di battaglia da vincere.
Che puoi avere momenti di gioia vera anche nel mezzo del casino, se smetti di voler essere dappertutto, sempre.

Ecco, questa è la libertà secondo Epicuro: una felicità sobria, elegante, silenziosa.
Non lo champagne del sabato sera, ma l’acqua fresca di un lunedì senza aspettative.

Se riesci a trovare pace lì, in quella semplicità ignorata, hai vinto tutto.
Anche se nessuno te lo dice.
Anche se nessuno lo vede.
Perché la vera felicità non ha bisogno di testimoni.

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