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Palio di Siena: la corsa secondo me!

Da un po’ di tempo per una serie di eventi mi sono riavvicinato alla mia città da cui niente mi aveva allontanato se non il caso, così come il caso mi ha riportato. Ho ripreso contatto con la Festa e naturalmente dato il mio interesse primario, la performance umana, ho iniziato a guardarlo in chiave di prestazione. D’ altra parte, per quanto se  ne possa dire , il Palio è una prestazione così come tutta la nostra esistenza. Viaggiando con il pensiero trovo molte analogie con il mondo sportivo ed infine con il mondo umano. Il bisogno di successo, la paura di perdere, le rivalità, lo spiegare eventi in modo che raramente corrisponde alla realtà   che  è quasi sempre più semplice di come ce la spieghiamo. La scelta dei fantini richiama in qualche modo il calcio mercato . Le contrade attraverso una campagna acquisti cercano di ingaggiare i  migliori player/fantini, di impedire che i rivali possano accedere alle migliori scelte etc. In questa analogia i Capitani ed i Mangini svolgono  il ruolo dei Marotta, dei Sabatini, potrei dire dei Moggi, mentre i fantini sono i Ronaldo, i Messi e poi ci sono i piu’ “giovani che si faranno”, chissà perché , chissà come e poi quelli normali, le seconde file che tuttavia hanno anche loro l’ opportunità, la loro probabilità di vincere. Come nello sport anche nel Palio c’ è una fase di osservazione in cui esperti o presunti tali vanno in giro sulle piste di provincia o in altri Palii a visionare sia i mezzi e cioè i cavalli, sia i piloti e cioè i fantini in modo da arrivare al vero unico Palio con vere o presunte idee chiare su mezzi e piloti, cavalli e fantini. Intorno al mezzo e al pilota, al cavallo e al fantino c’è uno “staff” che cura la preparazione e certo la maggiore attenzione è sempre andata verso il cavallo, nella preparazione del cavallo. In tempi lontani ma non lontanissimi noi ragazzi della Contrada si sentiva parlare dei mitici “beveroni” che sarebbero stati somministrati ai cavalli per farli andare più forte. In questi beveroni ,narrava la leggenda,  che ci veniva messo di tutto e particolarmente stupefacenti in  tutti sensi sembravano essere quelli del “mitico” Ezio Papi, barbaresco della mia contrada , l’ Istrice. Ricordo che noi giovani eravamo affascinati da questo e cercavamo di carpire i segreti relativi a questi beveroni. Sembrano essere molto simili alle bevande, alle barrette, ai gel, energetici che oggi sono usati da tutti gli atleti ma traspare anche un senso di ricerca dell’ efficacia che oggi permea tutti i settori della nostra esistenza. Nel modo che si usava per somministrare questi beveroni dalle ricette segrete, così come segreta ne era la somministrazione si ha un po’ il senso di un antica forma di Doping moderno. Poi anche nel palio i tempi sono evoluti o involuti che dir si voglia e sono arrivati i veterinari di contrada, le commissioni veterinarie per la scelta, i protocolli per la salute dell’ animale. Guardate che non a caso ho fatto l’ affermazione “evoluti o involuti” dal momento che sono roso ormai da tempo da un tarlo nel cervello che mi porta sempre più a propendere verso il concetto che tutto ciò che diventa complesso sta involvendo.  Tutto ciò che si complica si complica per l’ intervento della ragione e tutto ciò in cui interviene la ragione fino prendere il sopravvento perde la sua essenza. Forse è così anche nel palio? Di sicuro lo è nello Sport. Sponsor, televisione, sicurezza , ruoli e figure che si moltiplicano, diritti, governi o amministrazioni ….affari! Lo spettacolo degenera, involve dalla sua essenza  dall’ unico scopo che è  il correre, il competere e il vincere o il perdere, il gioire o il disperarsi. Per fortuna nel Palio come nello sport vi sono figure che portano dentro di se questa essenza ; i Contradaioli nella accezione più vera, i tifosi nella accezione più vera e sopra a tutto gli atleti nella loro accezione più vera. Gli atleti del palio sono il Cavallo e il fantino e non a caso scrivo Cavallo con la C maiuscola e fantino con la f minuscola. Lo faccio perchè il Cavallo è pura essenza  non viziata da alcunché  mentre il fantino dotato di maggior  ragione è pertanto un essere che involve nel senso che fa calcoli, valutazione di opportunità, forse “si vende” o può’ tendere ad alterare un naturale risultato. Anche qui abbiamo dei  parallelismi con il calcioscommesse, le partite vendute nei tornei di Tennis e chissà cos’ altro. Non  c’ è in questo da parte mia nessuna critica o giudizio, io mi occupo di uomini e non di morale etc. quella la lascio a quelli bravi. Sempre osservando e ricordando vedo appunto che in effetti  il mezzo , quindi il cavallo è sempre stato oggetto di massima attenzione sia che sia o sia stato in positivo sia che sia o sia stato in negativo. In sostanza non è mai apparso della stessa importanza il secondo atleta , il fantino. E’ sembrato essere anche lui come il cavallo,  fornito di doti naturali ma mentre nel cavallo si è sempre lavorato in bene o in male per svilupparle verso il fantino vi è sempre stato un senso  “statico”. Eppure in quei pochi attimi della corsa sono soli , il cavallo il fantino! Una mescola aggrovigliata di emozioni, stress, pensieri, convinzioni che solo ove il groviglio si sciolga si costruisce la condizione per l’ incontro tra una perfetta preparazione e una opportunità necessaria e spesso data  dal caso per arrivare alla vittoria. Penso che tutti i fantini, come tutti gli atleti sognino di vincere per la fama, per se stessi, per i soldi e chi corre o compete per se stesso, per una fama interiore, per la propria gloria, è predestinato. Si, è vero i soldi ci sono ma come nello sport vince chi non vede i soldi come elemento primario e vede anche il competere come elemento separato dai soldi non rinnegandone tuttavia l’ importanza. Vedendo i fantini si vede già dalla postura da come sono sul cavallo, dagli sguardi, dalla mimica, dalle interviste, chi ha “mentalità vincente” e badate bene che la mentalità è una cosa e vincere è un altra, Avere mentalità vincente vuol dire, come negli atleti, avere un alto senso di Autoefficacia che significa pensare di avere le competenze , le capacità di poter realizzare un obiettivo che ti dai. Ma anche rianalizzando la corsa ho avuto la sensazione di comprendere chi è li con la testa e chi no indipendentemente da chi poi vincerà. Il busto, il volgere lo sguardo si notano e danno l’ idea di una maggiore focalizzazione, una focalizzazione lucida dove la componente razionale focalizzata  è sempre in controllo delle spinte emotive, caratteristica questa di chi correrà tre giri cercando sempre di ottimizzare ogni metro a differenza di chi …..correrà tre giri. Penso poi alla straordinarietà del popolo ed in particolare di quello di Siena che prima e dopo la corsa comincerà a costruire storie a vedere cose come accade al pubblico di ogni sport , esercitando quello straordinario bisogno di ogni individuo di concatenare fatti al fine di costruire una realtà che quasi sempre è lontanissima da come sono andati realmente i fatti. Per vincere il Palio, come una qualsiasi competizione occorre preparazione, mente lucida , alto senso di efficacia e fortuna . Per la fortuna non possiamo fare niente ma  penso che un po’ più di attenzione  su di se i fantini debbano metterla ed anche gli addetti ai lavori sui fantini in modo meno romanzato e più consapevole.

…..e palio sia!!

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